Parolina magica: USABILITÀ anche per la firma digitale!
Finalmente una legge delega di un paio di anni fa (la Legge 69/2009) aveva sollecitato il nostro Governo a modificare la normativa sulla firma digitale contenuta nel Codice dell’amministrazione digitale al fine “di semplificarne l’adozione e l’uso da parte della pubblica amministrazione, dei cittadini e delle imprese”
Avv. Andrea Lisi Coordinatore del Digital&Law Department dello Studio Legale Lisi http://digitalaw.blogspot.it/2012/07/tratto-dalla-serie-unica-i-peccati.html?spref=fbATTENZIONE: La Camera di Commercio di Ferrara, come la maggior parte delle Pubbliche Amministrazioni, accetta solo documenti pdf firmati con estensione “.p7m”, mentre non accetta il formato di firma digitale PDF (in questo caso l’estensione del file rimane .pdf).
Camera di Commercio Ferrara Come firmare digitalmente un documento http://www.fe.camcom.it/servizinnovativi/carta-nazionale-dei-servizi/come-firmare-digitalmente-un-documentoHo voluto accostare il passaggio dedicato all’usabilità dell’articoletto scherzoso e irriverente “Tratto dalla serie unica “I peccati originali digitali”: una vita da ca-phone…per una firma digitale a prova di apprr!” dell’avvocato Lisi postato sul blog dello Studio Lisi, all’avviso (“proclama”?) della sezione “Come firmare digitalmente un documento” della Camera di Commercio di Ferrara, che in pratica disconosce la Deliberazione CNIPA n. 45 del 21 maggio 2009, la quale riconosce il formato PDF per la firma digitale come specifica pubblica e quindi come formato di firma digitale opponibile a terzi.
Nei giorni scorsi mi è capitato di ricevere via email un documento PDF firmato, da controfirmare; l’operazione di verifica della validità della firma apposta sul documento (uso improrpiamente il verbo “apporre”, che nel contesto della crittografia digitale “ci azzecca” poco, ma siccome il documento riporta un grafo di firma, faccio ricorso ad un verbo evocativo) è durata meno di un secondo, il tempo necessario all’add-on per la firma digitale per Adobe Reader di verificare automaticamente l’aggiornamento dei certificati usati dai certificatori accreditati in Italia, pubblicati dal CNIPA/DigitPA attraverso l’elenco pubblico dei certificatori accreditati. A quel punto ho voluto fare un esperimento, dal risultato peraltro scontato, ho firmato il documento con estensione “.p7m” e l’ho rispedito al mittente, un responsabile amministrativo, non certo un nerd informatico. Dopo poco suona il telefono: “non riesco ad aprire il file! Senza che stiamo a perdere tempo, gentilmente me lo può anticiapre via fax e mandarmelo per posta, grazie”. Se da un verso il processo di apertura file e verifica della firma era durato il summenzionato secondo per avviare il client Reader e collegarsi all’elenco pubblico dei certificatori, nell’altro verso il processo di stampa, timbratura e firma autografa su carta, invio via fax e postalizzazione ordinaria dell’originale ha richiesto ben più di un secondo.
Quale è il verso dove stiamo perdendo tempo?
… come la maggior parte delle PA … usabilità ed efficenza, queste sconosciute!
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