Io sarò un deficiente che non capisce le istruzioni, ma è assurdo che non ci siano uffici dove, andando con i soldi e la carta di identità, non ti rilasciano subito una stupida smart card …

    Avv. Luca Bosi – Milano
    Rinnovo firma digitale…….Viva l’italiano

    Sul portale di discussione SmartphoneTab rinvengo la discussione “Rinnovo firma digitale…….Viva l’italiano” postato da un avvocato, “incavolato come una biscia”, che lamenta una serie di inesattezze e impecisioni a livello di lingua italiana, rinvenibili in una comunicazione di preavviso per il rinnovo della sua (e quella di sua moglie) firma digitale.

    Perchè?

    Avendo, in maniera un po’ ingenua, “perso il treno” del rinnovo della firma digitale di venerdì, l’avvocato si trova così senza firma digitale, senza la possibilità di accedere a Polisweb per controllare le loro cause (quelle sue e di sua moglie), e forse non riceverà nemmeno le notifiche telematiche sulla PEC, perché anche quella è legata a Polisweb. Inoltre, dopo verifica, constata sconsolato, che fino a lunedì non potrà chiedere le due smart card all’addetto del tribunale, che le avrà chissà quando, arrivando alla conclusione amara che dovrà nuovamente iscriversi a Polisweb ed attendere che qualche buona anima vagli la sua iscrizione.

    Polisweb è il servizio che permette agli Avvocati registrati e muniti di dispositivo di firma digitale con certificato di autenticazione di collegarsi al Sistema Polisweb per la visualizzazione dello stato dei propri fascicoli presso i Tribunali Civili e le Corti d’Appello.

    “Minimo starò 10 gg senza accesso telematico e dovrò andare un giorno sì ed uno no a controllare presso l’ufficio in tribunale se ho ricevuto notifiche, così come fanno gli avvocati di 80 anni che non si sono registrati ancora.”

    La cosa che fa incavolare il nostro avvocato è che, per dotarsi in altro modo di un dispositivo di firma digitale in tempi brevi sembra non esista alcuna soluzione nel pomeriggio di venerdì e nella giornata di sabato, avendo passato un ora e mezza su Google senza trovare nulla … c’ è forse lo spiraglio, tutto da verificare, di PosteImpresa fuori Milano, in quanto a Milano, a suo dire, è chiusa il venerdì pomeriggio ed il sabato, ma ahimè rimane il dilemma dei tempi di rilascio della smart card. E poi, aggiungo io, senza però conoscere minimamente le prassi di accesso a Lextel, l’ipotesi di accesso con firma digiltale rilasciata da un Identity Provider terzo è tutta da verificare.

    L’avvocato infine arriva alla amara conclusione riportata in testata di post.

    Due considerazioni finali a margine di questo episodio:

    1. così come è successo a me la scorsa settimana di vedermi inibire, per la seconda volta in due anni (Risorgimento informatico, a quando?), l’accesso ai servizi di Internet Banking per esaurimento tentativi di reimmissione PWD (ho avuto il classico e banale vuoto di memoria che mi ha fatto invertire i numeri del codice cliente), l’evento mi ha catapultato insieme all’avvocato compagno di sventure in ambinetazioni dai primi dell’ottocento, allorquando i messi papali, latori di missive timbrate e sigillate, con tanto di cera lacca e sigilli papali, dopo giorni di viaggio, consegnavano il plico, la “busta” … per richiedere la busta password, per la visualizzazione dello stato dei propri fascicoli presso i Tribunali Civili e le Corti d’Appello, effettuare un bonifico, o richiedere un estratto conto, ecc.;
    2. la tecnologia, non mi stancherò mai di ripeterlo, sopratutto quella usabile, è in grado di rendere la vita più facile, ma i processi che la “dispensano” a volte non viaggiano di pari passo; se da un lato la firma digitale, nello specifico caso del processo telematico, rende tutto estremamente più rapido e più facile, non così rapido si dimostra essere un processo di rinnovo, figlio di una burocrazia ancora poco “facile”.

    Mi chiedo infine se non sarebbe stato più facile rinnovare un certificato di firma remota scaduto, magari utlizzando una finestra temporale di 10 gg. successivi alla scadenza, utile al solo processo di rinnovo, utilizzando da un lato, il sempre attivo processo di autenticazione OTP richiesto dal CNIPA per l’utilizzo delle credenziali di firma da remoto, e dall’altro il vecchio PIN di firma del certificato scaduto, così il nostro avvocato, non sarebbe stato in grado di firmare alcunchè, ma avrebbe avuto aperta una finestra temporale per il rinnovo, senza tirarsi addosso la croce del deficente.