Dal 9 maggio, il Ministero dell’Interno comunica che i cittadini potranno presentare le dichiarazioni anagrafiche – di residenza e di trasferimento all’estero – senza necessariamente recarsi allo sportello del comune, ma spedendole per posta oppure inviandole via fax o e-mail. I moduli da compilare e la documentazione per gli stranieri, per la Dichiarazione di residenza e di trasferimento all’estero, sono scaricabili dalla sezione Approfondimenti che reinvia al sito servizi demografici.
Ed ecco cosa succede: l’ennesimo link della PA non funzionante, il cui testo di errore è integralmente riportato in cima al presente post:
Capita a chi lavora di comettere errori, non accaniamoci. Ed in effetti, dopo un po’ di tempo speso a ricercare con Google, il link dove viene pubblicata la modulistica per il “cambio di residenza in tempo reale”, salta fuori nella sezione Anagrafe del sito del Ministero dell’Interno Direzione Centrale dei Servizi Demografici, documentazione in formato .doc e quindi utilizzabile per “scrivere” al computer e firmare digitalmente.
La nuova procedura “Cambio di residenza in tempo reale”, viene dettagliatamente descritta nella circolare n. 9 del 27 aprile 2012 del Ministero dell’Interno, dipartimento Affari interni e territoriali, una circolare che per non venir meno all’afflato di dematerializzazione “autografa”, conseguenza dell’onda lunga post-Brunettiana, garante di una amministrazione digitale che non resti solo una dichiarazione di principio, è scansionata un po’ di sbieco, recando in calce la firma autografa (e ovviamente scansionata!) del Capo Dipartimento Pansa.
Vabbeh, piccole disattenzioni formali.
La sostanza però fortunatamente migliora la forma, in quanto “… i cittadini potranno presentare le dichiarazioni anagrafiche non solo attraverso l’apposito sportello comunale (e fin qui, tutto uguale a prima), ma altresì per raccomandata, per fax e per via telematica. Quest’ultima possibilità è consentita ad una delle seguenti condizioni:
- che la dichiarazione sia sottoscritta con firma digitale;
- che l’autore sia identificato dal sistema informatico con l’uso della carta d’identità elettronica, della carta nazionale dei servizi, o comunque con strumenti che consentano l’individuazione del soggetto che effettua la dichiarazione;
- che la dichiarazione si trasmessa attraverso la casella di posta elettronica certificata del dichiarante;
- che la copia della dichiarazione recante la firma autografa e la copia del documento d’identità del dichiarante siano acquisite mediante scanner e trasmesse tramite posta elettronica semplice”
La procedura si “incricca” un po’ allorquando si tratta di iscrizioni per trasferimento da altro comune o dall’estero di cittadini iscritti all’AIRE (Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero). Nei casi di iscrizione con provenineza da altri comuni o dall’estero di cittadini italiani iscritti all’AIRE, l’ufficiale d’anagrafe dovrà provvedere, con la massima tempestività, ad informare dell’iscrizione effettuata il comune di provenienza o di iscrizione AIRE, inoltrando a questo ultimo i dati forniti dall’interessato, attraverso il modello APR4, che ahimè ci riporta al buon vecchio supporto/modulo cartaceo. L’intreccio documentale carterceo-digitale evidenzia, ancora una volta, come esistano tuttora numerose situazioni in cui documenti, dei quali occorra garantire l’autenticità, possano attraversare nel corso del loro ciclo di vita, uno o più passaggi attraverso la carta, ed intrecciarsi inevitabilemnte con documenti digitali. La carta, a causa di una serie di problematiche non solo tecniche, ma soprattutto organizzative, gestionali ed economiche, difficilmente verrà abbandonata, a tal proposito ci basti pensare a tutti quegli ambiti dove è necessario, come in questo caso, allegare documentazione “assortita” (proveniente da diverse organizzazioni e dai formati più disparati) a domande, o a richieste da presentare presso enti ed istituzioni.
C’e’ sicuramente ancora tantissima strada da fare per poter finalmente rendere più interoperabile il supporto cartaceo con quello digitale, come ad es. il ricorso al c.d. timbro digitale/glifo, che come visto in passato permette di generare documentazione ibrida (documenti cartacei validi digitalmente e viceversa), intanto però un plauso al legislatore, che ancora una volta si è “portato avanti” nel processo di dematerializzazione, un po’ digitale e un po’ cartacea, … sia nella forma che nella sostanza.
scrive:Avendo frequentato un anno di scluoa superiore negli Stati Uniti, ho potuto constatare l’enorme uso che gli americani fanno della tecnologia come sussidio didattico e non solo. In alcune classi, addirittura, prendevo appunti solo al computer! Internet era disponibile in tutte le aule e anche le mia insegnante pif9 anziana, che aveva circa 60 anni, usava il computer quotidianamente. Un cosa del genere non l’ho mai vista qui. Molta gente e8 ancora diffidente nei confronti della tecnologia e questo non fa altro che rallentare il nostro sviluppo economico e non solo.Complimenti per il tuo blog, Giorgio