“Il consumo di carta era in realtà molto meno ai tempi della macchina da scrivere, quando i dattilografi facevano molta attenzione ad ogni lettera (dell’alfabeto, ndr.), in quanto un errore poteva significare riscrivere l’intero documento”

    Gianmarco Lorenzi
    MD of Cleardata

    Ne avevamo parlato un po’ di post fa in “Informatizzazione = dematerializzazione?”, prendendo spunto da una riflessione di Luca Perencin, ne riparliamo adesso, secondo un punto di vista australe e prettamente sud africano.

    Lo spunto ci viene dalla lettura dell’articolo tratto da IT Web Computing,  “Paperless office is a myth” di Alex Kayle, dove le considerazioni che vengono fatte sono molto simili a quelle di questo emisfero:

    • la carta non sparisce dai nostri uffici, ma anzi tende ad aumentare per il proliferare di strumenti e device da cui si può stampare, come ad esempio tablet Pc e web, e dai dati del WWF che ci dicono che la previsione di crescita del consumo di carta per il 2020 è pari a ca. il 20%, passando dagli attuali 400 milioni di tonnellate a circa 450/500;
    • una legislazione molto poco green che obbliga a ricorrere ancora pesantemente al supporto cartaceo (firme su carta, fotocopie documenti, autenticazioni, copie conformi all’originale, ecc.)

    Prima di “immergersi” nella lettura, vale la pena ricordare l’impegno green della Korea.

    http://www.itweb.co.za/index.php?option=com_content&view=article&id=45109:paperless-office-is-a-myth&catid=86#addComment