Mr. President, I write to request your confirmation that S. 990 (2011 Patriot Act extension, ndr.), as passed by Congress, was presented to you prior to the autopen signing, as well as a detailed, written explanation of your Constitutional authority to assign a surrogate the responsibility of signing bills passed by Congress into law.
Tom Graves Member of CongressIl presidente degli Stati Uniti Barack Obama, lo scorso 26 maggio 2011 era in Francia, a Deauville, per il vertice del G8. Prima dello scadere della mezzanotte dello stesso giorno, era assolutamente necessaria una sua firma su un provvedimento del Congresso, utile a prorogare la validità di alcuni punti in scadenza della legge anti-terrorismo denominata Patriot Act (“PATRIOT Sunsets Extension Act of 2011”). Come fare? Il presidente, sprovvisto di smart card di firma (e relativo lettore), di chiavetta USB, di token OTP per una strong authentication utile ad apporre da remoto, in piena sicurezza, anche da un internet caffè di Deauville, la sua firma digitale, pensa bene, “per risolvere i suoi problemi di firma”, di usare Autopen. Et voilà:
Autopen è un macchinario brevettato all’inizio del XIX secolo (diciannovesimo secolo!) pensato per riprodurre automaticamente, in grande quantità (i modelli più moderni arrivano a farne fino a 1000 in un’ora) firme “autentiche” su certificati, lettere, fotografie, libri, biglietti di auguri, assegni e … leggi.
La decisione di usare Autopen è stata possibile in virtù di un’opinione del 2005 dell’Ufficio di Consulenza Legale del Dipartimento di Giustizia, che stabiliva che “il presidente non ha bisogno di eseguire personalmente l’atto fisico di apporre la sua firma per firmare un disegno di legge”.
Tom Graves, rappresentante repubblicano dello stato della Georgia ha scritto, firmando di suo pugno, una lettera al Presidente, “per chiedere conferma che il provvedimento S. 990 (2011 Patriot Act estensione, ndr.), così come approvato dal Congresso, sia stato presentato a voi prima della firma autopen, così come una dettagliata spiegazione scritta della vostra prerogativa costituzionale di assegnare ad un surrogato (terze parti, umane , o meccaniche) la responsabilità di firmare leggi approvate dal Congresso.”
In pratica Tom Graves chiede ad Obama se la legge l’aveva letta prima di farla firmare ad Autopen.
Vale solo la pena ricordare che, firmare col proprio nome un documento, pubblico, o privato che sia, equivale, al momento della apposizione della firma, a riconoscerlo, approvarlo, autenticarlo, sancirlo, obbligarsi nei confronti del suo contenuto, tutte azioni che credo debbano richiedere almeno una lettura … del “PATRIOT Sunsets Extension Act of 2011”.
Commenti recenti