E’ arrivata!
Il Ministro Brunetta ha presentato la Carta elettronica per i dipendenti pubblici al ForumPA 2011.
Entro un anno (da adesso?), tutti i dipendenti delle pubbliche amministrazioni centrali disporranno di una carta AT, prevista nel DPCM 24 maggio 2010, che stabilisce le “Regole tecniche delle Tessere di riconoscimento (mod. AT)” rilasciate in “formato elettronico” ai dipendenti di ruolo delle amministrazioni pubbliche statali nonché al personale militare in attività di servizio, ovvero in posizione di ausiliaria.
- al dipendente pubblico di disporre di una carta elettronica:
- valida per l’espatrio;
- che permette l’accesso ai servizi digitali della PA (come previsto dal Codice dell’Amministrazione Digitale).
- alla pubblica amministrazione:
- di contenere la spesa, offrendo ai propri dipendenti un’unica carta per accedere al lavoro e alla mensa;
- di facilitare il processo di digitalizzazione.
L’idea di base è quella di fornire al dipendente pubblico un documento identificativo, utile alla autenticazione in rete con funzioni di carta multiservizi su cui è possibile aggiungere informazioni per fruire di servizi specifici, quali ad esempio:
- firma elettronica qualificata, o firma digitale;
- controllo accessi;
- rilevamento presenza;
- accesso alla postazione di lavoro;
- accesso ad aree riservate;
- accesso alla mensa;
- accesso sicuro alla postazione di lavoro;
- posta elettronica certificata;
- posta elettronica sicura (riservatezza ed integrità);
- accesso alle convenzioni previste per i dipendenti della pubblica amministrazione centrale e locale (sconti per l’ingresso a musei e biblioteche, servizi di carta fidelity nel settore dei trasporti, ecc.).
I benefici attesi per la pubblica amministrazione derivano dal contenimento della spesa, conseguente dall’avere un’unica “carta intelligente” (leggasi smart card) per tutti i servizi, la quale faciliti il processo di digitalizzazione della PA.
Il passaggio al “carta-ceo” intelligente, multifunzione e unico per tutti, strumento di dematerializzazione e informatizzazione dei flussi lavorativi, fonte di notevoli risparmi, sembra però nascondere almeno due insidie:
- per la firma elettronica qualificata, o firma digitale, i costi dell’approccio distribuito, derivanti dalla gestione della logistica distributiva (delle carte, ndr.), e dei numeri utili e guide e costi dell’evangelizzazione (“La maggior parte delle telefonate di tipo tecnico ricevute dai call center dei certificatori delle firme è per ricevere assistenza in merito ai lettori di smart card.” così chiosava a luglio 2008 Giovanni Manca del CNIPA al convegno “Semplificare la firma digitale”);
- controllo, rilevamento e accessi hanno tutti bisogno di una “chiave”, ogni chiave ha però bisogno della sua toppa, tradotto, non basta creare il supporto per aprire, ma servono anche i sistemi funzionanti per … controllare gli accessi, rilevare le presenze, accedere alle postazioni di lavoro e alle aree riservate, ecc. ecc..
Speriamo che alla fine i risparmi auspicati, peraltro non quantificati, non vadano persi!
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