
Senza entrare nel merito della polemica fra le opposte fazioni politiche citate nell’articolo, la notizia della mancata attivazione da parte del sindaco di Civitella di Romagna (FC) della smart card di firma digitale, utile a firmare la richiesta per poter “accedere a ingenti fondi banditi dalla comunità europea al fine di realizzare un “centro educativo pomeridiano”, evidenzia in maniera drammatica come non si possa più fare a meno della firma digitale.
Le notizie sull’obbligo di presentazione di documentazione in digitale, firmata quindi digitalmente, aumentano di giorno in giorno, in molti casi il periodo transitorio a cavallo fra carta e digitale, dove era possibile presentare istanze, richieste, iscrizioni e partecipazioni nella duplice modalità/forma, è ormai definitivamente tramontato, scaduto.
Ma che la firma digitale da tecnologia marginale (emarginata?), da moda, vezzo della modernizzazione, dematerializzazione, si stia trasformando in strumento di lavoro di tutti giorni? Ma che la firma digitale si stia convertendo in una semplice firma “tout court”? Ma vuoi vedere che Brunetta aveva ragione?
Parafrasando i versi della canzone di Fausto Leali “Mi Manchi” si capisce cosa vuol dire averla accanto … la firma digitale, meglio se centralizzata e remota, facile da usare, di modo da poter firmare da dovunque nel mondo, purché collegati, beninteso.
Mi manchi … mi manchi … posso far finta di star bene, ma mi manchi ora capisco che vuol dire averti accanto prima di … partecipare ad una gara!
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