La chimera dell’ufficio paperless

    Entro in ufficio e , insieme al mio pc , trovo spesso una montagna di carta; la “promessa” che ci aveva fatto l’IT , in passato , di convertire tutto il cartaceo in formato elettronico è andata fallita. La pigrizia, la mancata integrazione, un vero standard da seguire , tutto questo hanno portato non solo alla diminuzione, ma alla proliferazione della carta . Carta che va occupare i nostri tavoli per pochi minuti , a volte, ma resta in circolazione per molto tempo, e spesso non viene neanche smaltita in modo corretto. Eppure i presupposti c’erano tutti: scanner per i documenti già esistenti e moduli elettronici per il futuro … che non è mai arrivato.

    Cosa è successo, secondo voi?

    Luca Perencin

    http://www.facebook.com/home.php?sk=group_167787456593270&id=175233635848652

    Ieri parlavo con il mio amico commercialista, che arrivava a conclusioni dello stesso tipo, “nonostante ci sia tutta questa informatizzazione diffusa, generata dall’invio telematico di bilanci, F24, cessione quote, ecc. ecc., alla fine la quantità di carta è aumentata anzichè diminuita”, motivo? ad ogni invio corrispondono ricevute, conferme di andamento a buon fine delle pratiche, che per resistenze psicologico/mentali e abitudine al supporto cartaceo (non solo da parte del professionista, ma sopratutto da parte dei suoi clienti) vengono tutte stampate (la carta è il supporto più diffuso e di più facile consultazione) per poi essere archiviate. Il mio amico lamentava, che rispetto al passato, dove si produceva un solo “pezzo di carta” per ogni bilancio e poi si andava un giorno in posta ed in un paio d’ore li si spediva tutti, adesso l’invio telematico ha semplicemente spostato il carico di lavoro della attività manuale di data entry a carico degli operatori interni degli enti di riferimento (Agenzia delle Entrate, CCIIAA, previdenziali, ecc.), verso gli studi dei commercialisti, con un notevole aumento della carta; rispetto alla singola ricevuta del passato, adesso, l’invio del bilancio in formato XBRL, comporta la conversione del bilancio dai formati originari Word e Excel (standard defacto per la scrittura, lettura e firma dei bilanci), la stampa per la ricevuta dell’avvenuto invio, la stampa della seconda ricevuta per bilancio conforme e in regola, la stampa …, insomma, un po’ di stampe. Ora è evidente che alcuni, se non tutti, questi passaggi potrebbero fare a meno del processo di stampa, ma alla fine la domanda è sempre la stessa: “e come facciamo … senza stampare?”. A tutt’oggi la carta risulta essere ancora il supporto più facile ed “interoperabile” per dare evidenza di una volontà associata ad una paternità (autenticità) e per il mantenimento della validità e della conservazione, integra nel tempo, della suddetta espressione di volontà. La stragrande maggioranza delle persone sa leggere e scrivere, molte meno sanno usare un computer, quindi è più facile “dare evidenza” di un documento su carta, che non sul bit&byte.
    Quello che è apparso evidente dalla chiacchierata con il mio amico è che ancora il digitale non ha superato il cartaceo per facilità d’uso,  per “interoperabilità”, e per scopi archivistici, per non parlare poi del “tech divide – plug & pray” per cercare di far funzionare certe tecnologie, e c’e’ da chiedersi “quanto ci sarà ancora da aspettare?”.