Leggendo il documento della Provincia di Firenze “La dematerializzazione dei documenti in Provincia di Firenze”, in cui si parla di come le diverse Unità Organizzative dell’Amministrazione Provinciale di Firenze gestiscono annualmente, attraverso il sistema di gestione documentale, circa 100.000 documenti”, mi è caduto l’occhio a pagina 11 dove si illustrano gli effetti della dematerializzazione:

    Potendo recuperare lo spazio di nove metri cubi, trasformando 330.000 fogli di carta in 5 DVD di dati, pari a ca. 0,00084 metri cubi,  ho immaginato la Provincia di Firenze, in un periodo caratterizzato da forti riduzioni della spesa e dalla finanza creativa, affiggere il cartello Affittasi all’ingresso del palazzo Medici Riccardi.

    Il paradosso della scenetta dell’affitto del locale nel palazzo storico in pieno centro, rende in maniera evidente, e facile da comprendere per chiunque, il risparmio generato dalla riduzione degli spazi necessari per l’archiviazione dei documenti. Troppo spesso ormai, quando sentiamo parlare di ritorno sugli investimenti, l’abitudine a sentirci raccontare di vantaggi, “magie e prodigi” derivanti dall’adozione della tal tecnologia, ci porta a considerare distrattamente i benefici prodotti dall’adozione di nuovi processi, come nel caso della dematerializzazione e dei risparmi ad essa correlati (stampe, postalizzazioni, scansioni, archiviazioni e ritrovamento/riproduzione documenti andati persi), ma 0,00084 metri cubi rappresentano, rispetto ai citati 9 metri, un risparmio di spazio, un downsizing, di circa 10.700 volte, e come direbbe Palmiro Cangini, assessore romagnolo alle Varie ed Eventuali, “però, c’ho ragione, e i fatti, mi cosano!”