Riflessioni di ordinaria usabilità.

    Ho installato il browser Google Chrome, e da subito mi hanno colpito essenzialità, facilità d’uso e velocità, tutti quegli elementi che hanno reso Google il motore di ricerca più utilizzato al mondo. Con Chrome, l’azienda Google ha pienamente confermato l’applicazione della prima delle sue dieci verità:

    Attenzione incentrata sull’utente: tutto il resto viene dopo

    Effettuata l’installazione, collegatomi all’indirizzo www.google.it, appare evidente che motore di ricerca e browser di navigazione, classificatore di informazioni e “sfogliatore”, fanno parte di uno stesso continuum “don’t make me think”.

    Due le caratteristiche che mi hanno colpito di più, oltre alle già citate essenzialità, velocità e facilità d’uso:

    • la possibilità di avviare una ricerca a partire dalla barra di navigazione

    • la visualizzazione completa, con tanto di immagini delle pagine, direttamente sul browser, degli otto siti web maggiormente visitati (una sorta di snap-shot a portata di mano della nostra esperienza di navigazione su Internet)

    Google Chrome rappresenta l’avanguardia, il preludio, di un altro percorso “don’t make me think” intrapreso dalla azienda Google circa un anno fa, quello del sistema operativo Chrome, che evidenzia l’impegno, da parte della azienda di Mountain View, di progettare e fondere insieme, con successo, la migliore esperienza utente possibile a partire dal web, un percorso molto simile a quello intrapreso da Apple, che partita dal lato opposto, quello dell’hardware, continuna a creare “l’infrastruttura” di uno stile di vita digitale completamente integrato.

    Ispirato da un gioco di contenitori, matrioske “don’t make me think”, mi sono chiesto: “e se Google si comprasse Apple?”

    I soggetti presenti nella domanda potrebbero anche essere scambiati di posizione, ma la considerazione finale non cambia: il successo e la crescita delle due aziende è figlio di tecnologie usabili.