Affinchè la tecnologia serva al suo scopo, deve essere strumento semplice nelle nostre mani e di aiuto nello svolgimento del nostro lavoro.

    Quando una tecnologia assolve appieno al suo compito non è più considerata tale, ma come uno strumento che soddisfa una specifica esigenza. La tecnologia serve a fare qualcosa, del tipo fare foto, comunicare, tenere la contabilità, gestire prenotazioni, Oggi, nel linguaggio comune, scrivere un documento e spedirlo non viene più considerato come un qualcosa di tecnologico, nessuno parla di avviare l’editor di testo, salvare il file, aprire il client di posta, scrivere una email, allegandovi il file, e spedirla via internet! Quando la tecnologia diventa usabile, e non viene più considerata come un elemento del processo, in altre parole ci si “dimentica” di lei, tutto viene mentalmente riportato ad attività di base, quali, nel caso succitato, “scrivere e spedire”, allora abbiamo raggiunto il massimo grado di usabilità. In termini d’uso, le complessità tecnologiche restano dietro le quinte applicative, mentre l’interfaccia verso l’utilizzatore risulta facile da usare ed intuitiva.

    Un caso su tutti: Google.

    Ai tempi del boom di Internet proliferarono vari motori di ricerca, internazionali e nazionali, tutti con l’ambizione di divenire il punto di accesso alla rete ed il portale con più offerta di contenuti, l’idea di fondo era il portale “all you need is here”. Dopo qualche tempo arrivò Google, che si presentò al mondo “svuotato” di contenuti, ma con un marchio ed un box dove inserire il termine/concetto che si desiderava cercare. Google aveva capito una cosa, la ricerca doveva essere il più possbile semplice e l’interfaccia attraverso cui fare interagire il navigatore essere il più possibile “easy”. Google aveva applicato appieno la norma ISO 9241 parte 11 dove “l’usabilità è il grado in cui un prodotto può essere usato da specifici utenti per raggiungere specifici obiettivi con EFFICACIA, EFFICIENZA, e SODDISFAZIONE in uno specifico contesto d’uso”.

    Si sente spesso parlare di firme digitali, firme elettroniche, firme forti, firme deboli, ma in realtà, quando prendiamo la penna, e apponiamo la nostra firma su un foglio di carta, stiamo facendo una semplice operazione: firmare. Ecco, l’obiettivo a tendere, dovrebbe essere quello, non di apporre una firma digitale, elettronica o qualsivoglia altra forma di firma, ma semplicemente FIRMARE!