… le Smart Card con le cifre iniziali “1202” non potranno più essere utilizzate per la sottoscrizione dei documenti con firma digitale, in base alla delibera n. …

    La firma digitale è una tecnologia necessaria, ma complicata e costosa da usare, se basata sul “approccio smart-card”, in quanto comporta costose e macchinose distribuzioni ed installazioni di smart-card, lettori, chiavette USB, l’operazione di firma risulta complessa e complicata, l’apposizione di firme multiple e firma di più documenti risulta difficoltosa, unitamente ad una problematica integrazione nei processi documentali. Quanto suddetto determina, ed ha determinato, la crisi di molti (troppi) progetti con la firma digitale, manifestatosi attraverso il rifiuto da parte degli utenti, il mancato utilizzo, ed in ultima analisi, spreco di denaro.

    La storia della firma digitale racconta di tantissimi casi di insuccesso basati sull’approccio distribuito della “smart-card”, dove i costi nascosti della logistica e della c.d. evangelizzazione all’uso dello strumento di firma digitale assumono dimensioni insostenibili. Il sopracitato caso della Regione Basilicata, rappresenta l’ennesimo episodio, che evidenzia le falle dell’approccio distribuito, rispetto ad un approccio centralizzato, basato su sistemi di firma remota, pienamente legali (in base alle nuove regole tecniche sulla firma digitale, approvate in Italia con il DPCM del 30 marzo 2009), che consentono un utilizzo esteso e sicuro del servizio di firma digitale all’interno delle organizzazioni, rendendo estremamente, e FINALMENTE usabile la tecnologia di firma digitale.